La storia del rifugio
Estate del 1850: il trentenne Vittorio Emanuele II risale la valle di Champorcher e, con un faticoso trekking, giunge a Cogne, dove partecipa con il fratello, il Duca di Genova, ad una battuta di caccia. Quella settimana fra le valli del Gran Paradiso segnò la nascita della sua passione venatoria. Il Re ottenne dai comuni della zona la cessione esclusiva dei permessi di caccia e dal 1854 trascorse molte giornate tra queste montagne. Alle prime scomode battute, seguì un grandioso progetto per rendere più accessibili le valli: tra il 1861 e il 1864 furono realizzati 300 chilometri di mulattiere di caccia, con un tracciato principale di 150 chilometri che descrive un semicerchio attorno al massiccio, da Champorcher fino a Ceresole. Lungo il percorso si costituirono cinque "case di caccia": Dondena nella valle di Champorcher, Lauson nella valle di Cogne, Orvieille in Valsaverenche, Nivolet al colle omonimo, Gran Piano sopra Noasca, che il "Re Galantuomo" utilizzò fino al 1876.
Umberto I continuò la tradizione paterna tra il 1881 e il 1899, mentre Vittorio Emanuele III effettuò solo poche ma spaventose battute. Fortunatamente, grazie all’attento controllo dei guardaparco, il numero di stambecchi e camosci era ormai notevolmente cresciuto; le battute, infatti, furono riservate ai Savoia, portando alla scomparsa del bracconaggio. Nel 1913 il Re effettuò l’ultima battuta di caccia; sette anni più tardi donava la propria riserva (2100 ettari) allo Stato Italiano, creando il primo nucleo del Parco Nazionale destinato ad essere istituito il 3 dicembre 1922.
Nello stesso anno, l'allora presidente del C.A.I. di Biella, Emilio Gallo, acquistò la casa di caccia del Lauson per trasformarla in rifugio alpino, la donò alla propria sezione C.A.I., e la volle dedicare a VITTORIO SELLA (1859-1943) famosissimo fotografo, alpinista, esploratore biellese, nipote del famoso Quintino, ministro delle finanze e fondatore del Club Alpino Italiano.
Umberto I continuò la tradizione paterna tra il 1881 e il 1899, mentre Vittorio Emanuele III effettuò solo poche ma spaventose battute. Fortunatamente, grazie all’attento controllo dei guardaparco, il numero di stambecchi e camosci era ormai notevolmente cresciuto; le battute, infatti, furono riservate ai Savoia, portando alla scomparsa del bracconaggio. Nel 1913 il Re effettuò l’ultima battuta di caccia; sette anni più tardi donava la propria riserva (2100 ettari) allo Stato Italiano, creando il primo nucleo del Parco Nazionale destinato ad essere istituito il 3 dicembre 1922.
Nello stesso anno, l'allora presidente del C.A.I. di Biella, Emilio Gallo, acquistò la casa di caccia del Lauson per trasformarla in rifugio alpino, la donò alla propria sezione C.A.I., e la volle dedicare a VITTORIO SELLA (1859-1943) famosissimo fotografo, alpinista, esploratore biellese, nipote del famoso Quintino, ministro delle finanze e fondatore del Club Alpino Italiano.